Penna&Calamaro - N° 0006 - 31-05-2022
Della serie: Una storia - Fantasia
Questa storia nasce durante una visita guidata. Tutta la scena descritta nella storia mi è venuta in mente dopo una frase (non dico quale per evitare spoiler) pronunciata dalla nostra guida. Anticipo solo che si parlerà di dinosauri. Quindi diciamocelo chiaramente: non potrà mai essere una brutta storia se si parla di dinosauri!
Buona lettura!
Cretacico superiore. Tra 90-65 milioni di anni a.C.
In un’afosa giornata di Luglio, nella piana dalle basse acque situata in quella che oggi geograficamente conosciamo come il Sud dell’Italia, tutti i dinosauri erano intenti a interrogarsi con enorme curiosità su cosa stesse facendo Lang. Lo osservavano da lontano con grande preoccupazione ma nessuno osava raggiungerlo per chiedere cosa stesse succedendo. I cuccioli più temerari, un po’ per gioco e un po’ per sfida, tentavano di avvicinarsi il più possibile ma prontamente le loro mamme li richiamavano per tenerli lontani da quello strano Brontosauro.
Erano settimane ormai che, ogni giorno, il dinosauro si muoveva silenziosamente e lentamente dalla sua posizione per raggiungere sempre lo stesso punto, sistemarsi lì con una zampa alzata e guardare il fondo dello specchio d’acqua. L’enorme peso di Lang veniva sorretto dalle tre grandi zampe ancorate al suolo mentre la quarta era lì, raccolta e sospesa, in attesa di non si sapeva bene cosa.
Il concilio degli anziani aveva più volte pensato di mandare qualcuno a interrogarlo per chiedergli cosa stesse succedendo ma erano tutti spaventati che potesse reagire male. Era conosciuto per essere particolarmente estroso e davvero intelligente ma nelle vicinanze era chiamato “Lang il Pazzo” e correva voce che il suo collo fosse così lungo che il cervello fosse più vicino al cielo che alla terra. Ciclicamente un gruppo di curiosi si appostava lì per guardarlo ma a lui non sembrava interessare nulla. La sua attenzione era completamente dedicata a tutto ciò che si trovava poco sotto la sua zampa e nient’altro sembrava poterlo distrarre. Quando si allontanava per andare a dormire, molti si avvicinavano per cercare di capire cosa guardasse ma nulla di davvero interessante fu mai trovato. Alcune volte si mossero anche in centinaia, tra carnivori ed erbivori, in piena collaborazione, per setacciare quel piccolo ristagno d’acqua alla ricerca dell’anomalia che tanto aveva catturato il loro simile. Ma nulla.
Passarono molti giorni e la preoccupazione era sempre più crescente. Si discusse su cosa fare e alla fine fu deciso d’inviare un delegato per mettere fine a quella pantomima.
In maniera volontaria, Voel si propose di compiere la missione. Aveva una propensione particolare per la dialettica ed essendo uno pterodattilo aveva la possibilità di volare via se le cose di fossero messe male. Dopo aver discusso su come approcciarsi e su cosa dire, l’enorme volatile si spostò e raggiunse Lang.
«Ehi amico! Lang, giusto?» esordì. «Gran bella giornata, eh?».
«Mmh mmh!» mugugnò l’altro senza neanche voltarsi.
«Siamo davvero fortunati a stare qui. Voglio dire… Guardati intorno. Mio cugino dice che è uno dei posti più belli mai visti. E lui ne ha visitati molti!»
«Già!» fu la fredda risposta che ricevette.
«A me piace farmi dei bei giri per vedere cosa c’è intorno. A te?»
«Anche».
Voel si voltò verso gli altri che lo tenevano d’occhio da più lontano e fece spallucce per lasciar intendere che le cose non andavano come ci si aspettava. Ma non mollò e tornò al suo discorso.
«È da un po’ che ti vedo stare qui. Sembra che tu stia facendo qualcosa di figo!»
«Dipende»
«Dipende da cosa!»
«Da quanto ti interessa la magnificenza eterna…»
Il volatile rimase un attimo sbigottito. Non si aspettava quella risposta. Volle comunque portare avanti la conversazione per cercare di saperne di più.
«Guarda, onestamente non saprei. Non mi sono mai posto il problema. Voglio dire… Ho qualche compagna per accoppiarmi. Ho dei cuccioli. Qualche uovo in arrivo. La solita. Non mi pongo problemi di questo tipo. Credo che la cosa non mi interessi.»
«È ovvio che non vi interessa. Siete troppo superficiali e stupidi…»
Irritato dalla risposta, Voel rispose abbastanza duramente «Ehi. Amico vacci piano. Sei tu quello che reputano pazzo. Io ero solo venuto a capire come stessi.»
Per la prima volta da settimane, Lang rivolse lo sguardo verso qualcuno. Con dei movimenti molto lenti, mise giù la sua zampa, piegò il collo per guardare in faccia il suo interlocutore e iniziò a parlare come se volesse recuperare di colpo tutto il silenzio accumulato fino a quel momento.
«Credi che mi piaccia stare qui, in questa posizione scomoda? Credi che io goda nel fare la parte di quello che ha qualche rotella fuori posto per fare qualcosa di così grande che va oltre me e oltre voi? Ho studiato questa pozza d’acqua per così tanto tempo che ho capito come usarla a nostro vantaggio. Ho studiato voi per così tanto tempo che ho capito come usarvi per il mio vantaggio. Credi che non sappia cosa fate quando vado via? Venite qui e cercate. Cercate in modo maniacale qualcosa che non sapete neanche cosa sia. Vi unite tra simili e nemici al fine di trovare qualcosa di cui non sapete neanche la forma. Ti dirò una cosa… Io resterò qui a fare quello che faccio affinché voi continuiate a fare quello che fate. Non pretendo che voi capiate ma sono certo che un giorno molto lontano arriverà chi apprezzerà i miei sforzi. Sono nato per puntare alla magnificenza!» In un impeto d’ira, Lang sollevò tutto il suo peso sulle due zampe posteriori. La sua stazza permise a chiunque di vederlo ergersi anche a molta distanza. Con uno slancio verso il basso sbatté le zampe anteriori per terra e, sfruttando il peso e la caduta, fece tremare tutta l’area circostante e lasciò due orme profondissime. Si voltò verso l’altro che nel frattempo, in preda al panico, si era alzato in volo e gridò «Ciò che sono resterà scolpito nei secoli dei secoli! Nei secoli dei secoli!»
Voel tornò velocemente dagli altri. Aveva le ali tremolanti, il fiatone e la voce spezzata. «Quello è veramente pazzo!» ripeté più volte. Poi disse «Continueremo a cercare nella zona ogni volta che non c’è. Troveremo il suo segreto. Fosse l’ultima cosa che facciamo!»
Lang morì dopo qualche tempo. Nessuno seppe mai cosa stesse facendo né cosa stesse aspettando. Per molto tempo dopo la sua scomparsa, i dinosauri della zona continuarono a percorrere in lungo e in largo quella bassa pozza d’acqua in cerca del suo segreto ma nessuno trovò mai nulla. Tutti continuarono a credere che fosse pazzo e i cuccioli, per molti secoli a venire, continuarono a insultarsi dicendo “sembri Lang il Pazzo“.
Altamura, Italia. 2022 d.C.
In un’afosa giornata di Luglio, l’accompagnatore turistico specializzato della Cava dei Dinosauri sta presentando ai visitatori la storia della zona. Nel silenzio delle persone che gli prestano attenzione, la voce del ragazzo si perde in quell’enorme spazio aperto.
«Le impronte ritrovate in quest’area sono più di 4000 e sono appartenute a esemplari di specie di dinosauri diverse. Sia erbivori che carnivori. È interessante notare come una serie di eventi casuali ci hanno permesso di giungere fino a oggi con queste orme in uno stato di conservazione così perfetto. Chiunque abbia lasciato queste tracce non era consapevole che stava scrivendo un pezzo di storia che poi sarebbe giunto fino a noi. A me piace pensare che qualcuno di essi lo abbia fatto di proposito con la consapevolezza che il suo passaggio sarebbe rimasto qui. Nei secoli dei secoli»
Un bambino del folto gruppo di visitatori tira la manica del padre e indicando il cielo dice «Guarda papà! Quella nuvola sembra un dinosauro col collo lungo lungo che sorride!»